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Entity

Figlio mio sia benedetto il latte che t'ho dato

Abstract

In his memoir Giosino Fino portrays his life in a poor province like Irpinia. He voluntered for the Air Force and moved to Ethiopia, during Fascism. In Dessiè he bought a house but WWII upset his plans. He fought in Amba Alagi in Ethiopia, alongside the Duke of Aosta. He was imprisoned in India and then in Murchison, Australia. In Australia he worked in a farm where he fell in love with Margherita, the owner’s daughter. He tried to escape but was caught and then sent back to Italy in 1947. With his Italian wife, re subsequently moved from Campania to Bologna and then to France.

Translation

I cannot recall the exact month in 1944 when I was transferred to Australia. We spent 50 days on a ship. Melbourne, what a city! It would take more than a day to walk across it. I had never seen such a large city before. I was about 40 km away from Melbourne in Morchison. I had no container for my personal belongings. They provided us with galette biscuits in large eucalyptus wooden crates, so I disassembled one to construct a suitcase. I used wire to make straps for securing the boards and hooks for opening and closing the suitcase. Lacking a sturdy handle, I took a strip from my leather shoes, opened it, and filled it with cotton. We lived in raised huts on stilts. We tamed kangaroos and engaged in boxing with them. There was an infestation of rabbits, brought from Europe, that had multiplied. I ate so many that even the thought now makes me nauseous. I was offered work on the Gazzelli family’s farm. This time, it had nothing to do with producing weapons or anything against Italy, so I accepted. They would transport me there during the day, and in the evening, I would return to the barracks where the prisoners working in the fields for the Australians stayed. The Gazzellis owned at least 50 cows, and their house was mobile, mounted on wheels that allowed them to move it as needed. When I saw their daughter Margherita, I was astonished by her beauty. It had been years since I had seen a woman. She was twenty years old, tall, strong, kind, with a very fair complexion, hair, and eyes. We developed a strong emotional bond. I wore a pin on my shirt, and she asked about the significance of the eagle. I told her many stories, just as I had done with Taitù. We fell in love. I shared tales of my father, an aviation colonel, and how we owned a palace in Naples. I painted a picture of our future, envisioning a day when we would journey to Italy together, greeted by a family carriage and an accompanying orchestra. We were young and blissful together. I was restricted from ve
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Date
2003
Transcription
Non ricordo di preciso in che mese del 1944 fui trasferito in Autralia. Facemmo 50 giorni in nave. Melbourne, che città! Non bastava un giorno a piedi per attraversarla. Non ne avevo mai visto una così grande. Ero a circa 40 km. da Melbourne a Morchison. Non avevo nulla in cui mettere i miei effetti pérsonali. Ci portavano le gallette in grandi casse di legno di eucalipto, ne ho disfatta una e poi ho costruito una valigia. Ho battuto del filo di ferro per fare le fascette da mettere attorno alle tavole e i gancetti per aprire e chiuderla. Non avevo niente per fare un bel manico robusto così ho tolto una lingua delle mie scarpe di cuoio, l’ho aperta e imbottita di cotone. Avevamo delle baracche montate su palafitte. Addomesticammo dei canguri e giocavamo con loro alla box. C’era un’infestazione di conigli, erano stati portati dall’Europa e si erano moltiplicati, ne mangiai tanti che solo a pensarci mi viene il vomito. Mi proposero di lavorare nella fattoria della famiglia Gazzelli. Questa volta non si trattava di fare armi o qualche cosa che andasse contro l’Italia, così accettai e di giorno mi portavano là e la sera rientravo nelle baracche del distaccamento per quelli che lavoravano nei campi per gli australiani. Avevano almeno 50 mucche e la loro casa aveva le ruote, così la spostavano secondo il bisogno. Quando vidi la loro figlia Margherita rimasi sorpreso per quanto era bella. Erano anni che non vedevo una ragazza , aveva vent’anni ed era alta, forte e buona con una carnagione chiarissima così come i capelli e gli occhi. Ci affezionammo. Sulla camicia portavo una spilla e lei mi chiese cosa rappresentasse quell’aquila. Le raccontai tante storie come avevo fatto con Taitù.Ci innamorammo. Le dissi che mio padre era un collonnello dell’aviazione, che a Napoli avevamo un palazzo tutto nostro e che quando saremmo un giorno andati insieme in Italia, una carrozza di famiglia con un’orchestra sarebbe venuta a prenderci. Eravamo giovani e stavamo bene insieme.. Non potevo allontanarmi per più di 10 km. dal campo invece un giorno Margherita ed io andammo al mare con la sua macchina. Per il rientro facemmo tardi e mi misero in prigione. Il signor Gazzelli riuscì a farmi liberare. Ero svelto in tuti i sensi, invece di chiamarmi Giosino mi soprannominarono FOX . Ormai erano passati più di nove anni da quando ero partito. Se pensavo all’Italia e alla mia famiglia era tutto avvolto in una nuvola di fumo. Lontani, lontanissimi, quasi non ricordavo le loro facce. non ne sentivo più il calore dentro il cuore. Non avevo nostalgia dell’Italia. Avevo attraversato mari, stretti e oceani. Avevo visto donne nere buone e ribelli forti e selvaggi . Avevo 28 anni finiti ed ero lontano. L’Italia non mi apparteneva più. (Available also in: https://www.idiariraccontano.org/estratti/felice-in-australia/)
Subject
Category
Author
Giosino Fino
Keywords
Imprisonment
Murchison
fascism
Current holder
Link
Country of origin
Language
Period of reference
1917-1947
Description from source
Da un’infanzia povera nella provincia avellinese, nasce la scelta di partire volontario per il servizio militare: ammesso alla ferma coloniale con destinazione ignota e assegnato all’aeronautica, vive da soldato la disfatta di Amba Alagi e la resa delle truppe italiane agli inglesi. Dall’Africa Orientale, all’India e all’Australia, prigioniero in cerca di libertà, sino al rientro, nel 1947.
Physical format
Diaries
Bibliographic citation
Erika Lorenzon, Lo sguardo lontano – L’italia della Seconda guerra mondiale nella memoria dei prigionieri di guerra. Venice: Edizioni Ca’ Foscari, 2018. https://www.idiariraccontano.org/autore/fino-giosino/
Date accessed
2022-06-01
Place of Publication
Italy
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